Peridoto

Il Peridoto è la gemma tradizionalmente associata al mese di Agosto, il cui nome deriva dal termine arabo “faridat”, cioè pietra preziosa. La gamma cromatica di questa splendida gemma varia da un verde-giallo brillante ad un verde oliva più intenso e cupo, accompagnata da una peculiare lucentezza che ne esalta la bellezza unica.

Peridoto: Storia e Tradizione

Gli studiosi indicano come il peridoto sia una gemma conosciuta fin dall’antichità. Già a partire dal II secolo a.C., infatti, gli Antichi Egizi ne estraevano in grandi quantità. Indicandolo con il termine di “gemma del sole” per la sua straordinaria lucentezza, il peridoto veniva da loro utilizzato per la creazione di strabilianti manufatti e gioielli dal forte potere apotropaico.

In passato il peridoto è stato spesso confuso con il più celebre smeraldo, data la gamma cromatica molto simile e la mancanza di efficaci tecniche di identificazione gemmologica. Gli studiosi non escludono, dunque, l’ipotesi che molte delle pietre verdi che si trovano incastonate nei numerosi gioielli di Cleopatra, e descritte come smeraldi, siano, in realtà, dei peridoti.

Con il succedersi dei secoli, la storia narra di oggetti in peridoto utilizzati da marinai e pirati come amuleti in grado di illuminare la via, allontanando paure e spiriti maligni. Attraverso i bottini di guerra per mano dei Crociati, il peridoto venne successivamente importato in Europa dove, a poco a poco trovò un pubblico di ammiratori e collezionisti sempre più ampio, raggiungendo l’apice del successo durante la Belle Époque.

Ancora oggi il peridoto gode di grande successo e trova largo impiego nella realizzazione di gioielli anche di alta gioielleria, destinati a chiunque voglia distinguersi con una gemma unica e davvero affascinante.

Pendente con peridoto, diamanti e smalti in pieno stile Art Nouveau di René Lalique © Christie’s Images

Peridoto: Caratteristiche Gemmologiche

Dal punto di vista mineralogico il peridoto è un’olivina, un silicato di ferro e magnesio, il cui colore verde è dovuto al ferro; infatti, il verde diventa via via più intenso all’aumentare del contenuto di questo elemento chimico nella struttura dell’olivina. Il colore varia da un verde-giallo ad un verde-bruno più o meno intenso e più o meno scuro. La tonalità più ricercata per un peridoto è un verde il più possibile puro e saturo, privo di sfumature gialle o brune, ma i cristalli con questa colorazione sono rari e, pertanto, più pregiati.

Il peridoto cristallizza nel sistema di simmetria ortorombico e i cristalli ben formati sono caratterizzati da un abito prismatico appiattito con strie disposte secondo la direzione di allungamento. Le caratteristiche interne dei cristalli di peridoto sono molto variabili. Le tipiche inclusioni che si osservano all’interno di questa gemma sono costituite da cristalli di altri minerali, come ossidi, o inclusioni discoidali che ricordano le foglie della ninfea, determinandone l’appellativo “lily pads”.

Cristalli di peridoto grezzo (sinistra) e sfaccettato (destra) provenienti dal Pakistan © Jeffrey Scovil

 

Tipica inclusione a foglia di ninfea osservabile all’interno di un peridoto © GIA

Peridoto: Geologia e Giacimenti

L’olivina è un importante minerale sul nostro Pianeta, costituendo circa il 60% dell’interno della Terra, dalla superficie fino al mantello terrestre superiore. L’olivina si trova principalmente all’interno di rocce magmatiche mafiche e ultramafiche (con una bassa quantità di silice), tra cui gabbri, peridotiti e basalti. Più di rado, l’olivina si rinviene anche nelle meteoriti. Particolarmente estetici sono i cristalli che si osservano nelle cosiddette pallasiti, ossia meteoriti ferro-rocciose dove l’olivina è immersa in una matrice costituita da una lega metallica composta da ferro e nickel.

Campioni di pallasite con cristalli di olivina immersi in una matrice di ferro-nickel. Le due sezioni sono state ricavate dalla famosa pallasite “Esquel”, trovata in Argentina nel 1951 © Maha Smith/GIA

I giacimenti di peridoto storicamente più importanti si trovano presso l’isola vulcanica di Zabarjad (St. John), nel Mar Rosso, a pochi chilometri al largo della costa egiziana, che risultano essere stati attivi fin dal 1.500 a.C. Curiosità vuole che proprio da questa isola provenga uno dei più grandi peridoti mai rinvenuti, avente un peso di circa 310 carati ed oggi conservato presso lo Smithsonian Institute di Washington D.C. (Stati Uniti).

In epoca relativamente recente, poi, verso la fine del ‘900, sono stati rinvenuti degli esemplari di peridoto particolarmente belli attorno all’Himalaya, nella zona pakistana del Kashmir. Fin da subito questi peridoti si sono distinti per le loro tonalità particolarmente intense e la purezza elevata, attirando l’attenzione di studiosi ed estimatori.

Materiale di buona qualità proviene anche dai giacimenti di serpentino in Myanmar (ex Birmania). Altri importanti produttori di peridoto si trovano negli Stati Uniti (Arizona), Sudafrica, Tanzania, Eritrea, Kenya, Sri Lanka, Australia (Queensland), Cina, Messico e Brasile (Minas Gerais).

Peridotite (roccia ultramafica tipica del mantello terrestre superiore) proveniente dall’Arizona (Stati Uniti) con cristalli di olivina © Tony Peterson/mindat.org

Caratteristiche gemmologiche del peridoto

MineraleOlivina
Sistema cristallinoOrtorombico
Durezza (Mohs)6.5 - 7
Peso specifico3.34
Composizione chimica(Mg,Fe)2SiO4
ColoreGiallo-verde, verde oliva, verde-bruno
Carattere otticoBiassico (+/-)
Indici di rifrazione1.65 - 1.69
Birifrangenza0.035 - 0.038
Immagine di copertina: peridoti provenienti dal Pakistan appartenenti alla collezione del Dr. Eduard J. Gubelin © GIA

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