Gioielli famosi: The Morris Amethyst Heart Brooch
The Morris Amethyst Heart Brooch è una splendida spilla risalente al 1905 circa. La strepitosa protagonista del monile è un’ ametista (varietà viola del minerale quarzo) con forma a cuore e peso di 96 carati; essa è incorniciata da una montatura in platino a forma di fiocco ed è impreziosita da piccoli diamanti con taglio brillante europeo antico (old european cut). Il cuore di ametista esibisce un colore viola intenso e si pensa provenga dal Brasile, Paese noto per le sue miniere di quarzi di dimensioni enormi e colori eccezionali.
La Morris Amethyst Heart Brooch è stata donata nel 1973 allo Smithsonian National Museum of Natural History di Washington DC dalla signora George M. Morris, da cui prende il nome.
CONTESTO STORICO:
L’epoca alla quale viene fatta risalire la spilla viene chiamata dagli storici Periodo Edoardiano (1901-1915 circa), il quale coincide indicativamente con la reggenza inglese di Re Edoardo VII (1901-1910).
Dopo un lungo periodo di rigida austerità promosso dalla Regina Vittoria, durato circa dal 1837 al 1901, l’arrivo del figlio Edoardo VII porta al regno Unito un’aria di cambiamento: il nuovo sovrano volge infatti con simpatia lo sguardo verso l’arte e le mode che stanno travolgendo l’Europa Continentale. Più rilassato e curioso rispetto la sua predecessora, egli dà avvio ad un processo di rinnovamento dell’intero paese.
Punto di partenza di questa svolta è la rapida industrializzazione che coinvolge il Regno Unito, la quale, come naturale conseguenza, porta ad una radicale trasformazione del tessuto sociale e politico.
La classe operaia ed i ceti considerati meno abbienti, infatti, iniziano ad alzare la voce, attirando l’attenzione del dibattito politico sulle proprie condizioni di vita e sul divario vigente dei diritti, rispetto all’aristocrazia. La volontà di partecipare in modo più incisivo alla scena politica aumenta, fino a raggiungere manifestazioni fondamentali per la crescita socio-culturale del Paese, come la richiesta forte e compatta di accesso al diritto al voto per tutti, senza distinzione alcuna.
MODA:
Contemporaneamente, il nuovo potere d’acquisto ed un benessere ora più allargato, consentono alle persone di rilassarsi di più nel tempo libero, dedicarsi agli sport e a leggiadri passatempi.
Il mondo della moda prontamente risponde alle nuove esigenze, capendo la necessità di rendere più comodo l’abbigliamento, sgravandolo dagli inutili orpelli del periodo vittoriano. Ecco che busti e corsetti vengono alleggeriti fino al loro graduale e definitivo accantonamento. Gli abiti, ora non più così aderenti e costrittivi, divengono fluidi ed estrosi; i rigidi capi ottocenteschi lasciano posto a leggere camicette, morbide bluse ed ampi cappelli.
OREFICERIA:
L’oreficeria di inizio Novecento attinge a piene mani da questa ondata innovativa, divenendo anch’essa più leggera e delicata. I gioielli riprendono le linee sinuose dei morbidi tessuti e dei pizzi con i quali vengono confezionati gli abiti. Orecchini, pendenti e spille si aprono a motivi floreali in pieno stile Art Nouveau e prendendo le sembianze di drappeggi, fiocchi, nastri, cuori: la sensazione visiva è di seta.
Lungi dalla rigidità vittoriana e dall’esclusività di utilizzo per le situazioni formali, questo alleggerimento visivo porta il gioiello a far parte dell’abbigliamento quotidiano, perfetto sia per le occasioni informali, sia per le serate più mondane.
E’ doveroso specificare che le linee esteticamente ariose nell’oreficeria di questo periodo, risultano possibili anche grazie all’introduzione dell’utilizzo del platino, un metallo molto più resistente, leggero e non ossidabile rispetto all’argento. Il platino era usato spesso per realizzare gioielli con diamanti e ametista, che era la pietra preferita della moglie di re Edoardo VII, Alessandra.
Scongiurando possibili fratture, infatti, la sua stupefacente durezza permette delle lavorazioni a traforo dalla resa estetica finale simile alle geometrie dei pizzi.
Se minore dunque è il quantitativo di materiale utilizzato per le montature, minore di conseguenza diviene il costo della vendita.
Ecco come, durante il periodo edoardiano, il gioiello non rimane più privilegio per la sola aristocrazia, ma il suo acquisto è ora di accesso a tutte le classi sociali.
CURIOSITA’ – I GIOIELLI DELLE SUFFRAGETTE:
I primi anni del ‘900 inglese vedono l’apice della lotta di classe di coloro che rivendicano un miglioramento delle proprie condizioni di vita.
In particolare, le donne impegnate nella lotta per l’emancipazione femminile, chiedono a gran voce il riconoscimento della propria dignità sociale, economica e giuridica, attraverso l’ottenimento del diritto al voto, cercando più in generale di smantellare la visione della donna come unico orpello di accompagnamento alla vita di un uomo.
Con malcelata ostilità, queste donne determinate e coraggiose vengono definite dai benpensanti “suffraGETtes”, un gioco di parole inglese per puntualizzare in modo dispregiativo il loro intento di “to get the suffrage”, cioè ottenere il suffragio.
A fronte di arresti e rappresaglie utilizzati per sopire la loro voce, le suffragette mettono in campo tutte le armi in loro possesso per sentirsi ancor più unite. In modo totalmente inaspettato, esse infatti fanno ricorso anche ai gioielli.
Le suffragette iniziano a sfoggiare splendide spille, meravigliosi pendenti ed eleganti orecchini in pieno stile Art Nouveau, che un occhio attento avrebbe notato essere impreziositi da tre principali gemme: il peridoto, la perla e l’ametista.
Ad una disamina accurata del significato infatti, la scoperta è quanto mai stupefacente:
- Peridoto: di colore verde, in inglese green, dalla pronuncia simile al temine GIVE;
- Perla: di colore bianco, in inglese white, dalla pronuncia simile al termine WOMEN;
- Ametista: di colore viola, in inglese violet, dalla pronuncia simile al termine VOTE.
Ecco dunque il forte messaggio indossato con fierezza: GIVE WOMEN VOTE, ovvero Date il voto alle donne. I “gioielli delle suffragette” dunque divengono veicolo di un messaggio in codice ben preciso, un simbolo all’adesione alla causa. Le donne che indossano questi gioielli lo fanno per continuare, anche attraverso l’eleganza dell’abbigliamento, la lotta per la parità di genere e il loro riconoscimento all’interno della società; lo fanno per riconoscersi e sentirsi unite.
Coloro che non possono permettersi gioielli di alta oreficeria, aderiscono comunque all’iniziativa sfoggiando gioielli più umili realizzati con smalti, oppure indossando piccoli mazzi di fiori aventi lo stesso accostamento dei tre importanti colori.
Photo Credit immagine in evidenza © Smithsonian Institution